CAPITOLO 3: Riva

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Il Sogno è il Bagliore dell’Etere.
In un universo privo di tempo, dove il Prima e il Poi coesistono nell’Ora, i riflessi di mondi paralleli possono rivelarsi sia presagi che deja-vu .
Il Sogno aveva parlato a Mirror di quel momento, dell’evento che si stava per compiere, dei trentacinque passi che stava percorrendo e che lo separavano dall’essere che lo attendeva. Laggiù, nella radura di quell’impossibile foresta, una delle sue vite sarebbe finita, e forse ne sarebbe incominciata un’altra.
Nell’assoluta assenza di suoni, mentre i passi si ripetevano uno dopo l’altro a distanza di eoni, Mirror avvertì l’odore di lei. La magnolia pareva aria ammuffita a confronto, e il profumo della rosa si disperdeva all’apparire della sfuggente presenza di quella donna che da tempi incalcolabili era padrona della sua pelle. Riva si chiamava, dalle labbra soffici ei capelli incandescenti.
Il suo passo esitò per un attimo nell’avvertire quel profumo. Veniva dalle sue spalle, dalle Terre di Oniria, oltre la Foresta dell’Etere, dal letto di casa sua dove lei dormiva pacificamente accanto a lui.
Due universi li separavano, eppure non si era mai sentito così vicino a lei.

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